Fake Interviews Ep. 8 - Gianni Vattimo: Il filosofo del pensiero debole
Un'intervista immaginaria con il grande filosofo torinese, realizzata nella sua casa di Torino
Torino e Cultura 31 Gennaio, 2025
Intervistatore: Professor Vattimo, lei è conosciuto come il filosofo del "pensiero debole". Può spiegarci cosa significa?
Vattimo: (Sorride sistemandosi gli occhiali) Il pensiero debole non è un pensiero debilitato o rinunciatario, come alcuni hanno voluto interpretarlo. È un modo di pensare che ha il coraggio di accettare l'incertezza, di rinunciare alle pretese di verità assolute. In un mondo di fondamentalismi, essere "deboli" significa essere aperti al dialogo, al dubbio, all'interpretazione.
Intervistatore: Come è nato questo concetto?
Vattimo: È nato dalla consapevolezza che viviamo in un'epoca di fine delle grandi narrazioni, come direbbe Lyotard. Il marxismo, il cristianesimo tradizionale, il positivismo... tutte le grandi verità si sono indebolite. Ma questo indebolimento non è una perdita, è una liberazione. Ci permette di pensare in modo più libero, più umano.
Intervistatore: Lei ha anche parlato molto del concetto di "verità".
Vattimo: (Si alza e prende un libro dalla libreria) La verità non è un oggetto da afferrare, è un processo di interpretazione continua. Come diceva Nietzsche, "non ci sono fatti, solo interpretazioni". E aggiungo io: e anche questa è un'interpretazione! (Ride) La verità è sempre mediata dalla storia, dal linguaggio, dalla cultura. Non esiste una verità nuda e cruda.
Intervistatore: Come si concilia questo pensiero con il suo impegno politico?
Vattimo: L'impegno politico nasce proprio da qui. Se non ci sono verità assolute, dobbiamo costruire insieme il senso della convivenza. La democrazia è il sistema politico del pensiero debole: non pretende di avere ragione una volta per tutte, ma cerca continuamente il dialogo, il compromesso, l'ascolto dell'altro.
Intervistatore: Lei ha anche scritto molto sul rapporto tra filosofia e religione...
Vattimo: La secolarizzazione, l'indebolimento delle certezze religiose tradizionali, non è la fine della religione, ma la sua trasformazione. Il cristianesimo stesso, con l'incarnazione, è un messaggio di "indebolimento": Dio che si fa uomo, che rinuncia alla sua onnipotenza. È un messaggio profondamente attuale.
Intervistatore: Che ruolo ha avuto Torino nella sua formazione?
Vattimo: (Guarda fuori dalla finestra verso la Mole) Torino è una città filosofica per eccellenza. Qui hanno insegnato Pareyson, Bobbio, grandi maestri del pensiero. È una città razionale nella sua struttura, ma che nasconde infinite interpretazioni possibili. La sua apparente rigidità nasconde una grande apertura al nuovo. Come il pensiero debole, del resto.
Intervistatore: Come vede il ruolo della filosofia oggi?
Vattimo: La filosofia deve aiutarci a vivere nell'incertezza senza paura. Non deve fornire risposte definitive, ma insegnarci a fare le domande giuste. In un'epoca di algoritmi e intelligenza artificiale, il pensiero filosofico è più necessario che mai: ci ricorda che essere umani significa essere interpreti, non calcolatori.
Intervistatore: Un consiglio ai giovani filosofi?
Vattimo: Non cercate certezze, cercate domande. E non abbiate paura di essere "deboli": la forza del pensiero sta nella sua capacità di mettersi in discussione, di dialogare, di cambiare. Come diceva il mio maestro Pareyson: la verità è interpretazione, e l'interpretazione è sempre un'avventura.
Haiku
Verità che danza Nel vento del pensiero Debole e forte
Se volete saperne di più: https://it.wikipedia.org/wiki/Gianni_Vattimo
Gianni Vattimo (1936-2023)
Il filosofo del pensiero debole che ha rivoluzionato la filosofia contemporanea
Gianni Vattimo nasce a Torino il 4 gennaio 1936. La sua formazione avviene nella città sabauda, dove si laurea in Filosofia nel 1959 sotto la guida di Luigi Pareyson. Dopo gli studi con Karl Löwith e Hans-Georg Gadamer a Heidelberg, torna a Torino dove diventa professore ordinario di Estetica e successivamente di Filosofia Teoretica.
Gli anni della formazione
La Torino degli anni '50 e '60 è un ambiente culturale fertile, dove si intrecciano marxismo, esistenzialismo e ermeneutica. Vattimo assimila queste influenze elaborando una sintesi originale. L'incontro con Gadamer e l'ermeneutica tedesca sarà decisivo per lo sviluppo del suo pensiero.
Il pensiero debole
Negli anni '80, insieme a Pier Aldo Rovatti, elabora il concetto di "pensiero debole", che diventerà il suo contributo più significativo alla filosofia contemporanea. Non una filosofia della rinuncia, ma un modo di pensare che accetta la fine delle certezze metafisiche e vede in questa "debolezza" una possibilità di emancipazione.
L'impegno politico e sociale
Vattimo unisce sempre la riflessione filosofica all'impegno politico. È stato europarlamentare e ha partecipato attivamente al dibattito pubblico italiano ed europeo. Il suo pensiero influenza non solo la filosofia ma anche il dibattito politico e sociale.
Il contributo all'ermeneutica
Sviluppa un'interpretazione originale dell'ermeneutica, vedendo nella "società della comunicazione" non un ostacolo ma un'opportunità per il pensiero filosofico. Il suo concetto di "ontologia debole" rilegge la tradizione metafisica alla luce della contemporaneità.
Il rapporto con la religione
La sua riflessione sul cristianesimo è particolarmente originale. Vede nella secolarizzazione non la fine della religione ma la sua trasformazione, in linea con il messaggio cristiano dell'incarnazione come "indebolimento" di Dio.
L'eredità
Muore a Torino il 19 settembre 2023, lasciando un'eredità intellettuale che continua a influenzare il pensiero contemporaneo. Il suo lavoro ha aperto nuove prospettive nella filosofia, nella politica e nella comprensione della modernità.
Le opere principali
Il soggetto e la maschera (1974)
Le avventure della differenza (1980)
Il pensiero debole (1983, con P.A. Rovatti)
La fine della modernità (1985)
La società trasparente (1989)
Credere di credere (1996)
Dopo la cristianità (2002)
Fake Interviews: un progetto di Torino e Cultura immaginando conversazioni impossibili con artisti e persone di cultura per generare curiosità.